Esattamente un anno fa, il 24 settembre del 2020, il Parco Archeologico di Pompei, con l’organizzazione di Electa, inaugurava il Museo Archeologico Libero D’Orsi allestito nelle sale della Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia. Un’operazione di grande respiro, che in un colpo solo restituiva alla comunità una reggia borbonica dalla storia prestigiosa e le testimonianze materiali delle splendide ville romane del golfo di Napoli.
La storia del luogo va assaporata come un gioco di scatole cinesi: sono infatti gli Angioini a costruire un palazzo che servisse come luogo di villeggiatura e per rigenerarsi. La tradizione individua l’origine del nome in una frase di Carlo II d’Angiò: “Qui si sana”, avrebbe detto, dopo essere guarito anche grazie all’aria salubre della zona. Ritroviamo un riferimento al “bel casamento e agiato” nella VI novella della X giornata di Giovanni Boccaccio, forse un cenno colto al luogo di rigenerazione inserito in un’opera che parlava di peste!
L’aspetto attuale della villa è dovuto ai massicci interventi tra il 1765 e il 1790, quando il corpo di fabbrica a “L” permise di godere la splendida vista sul golfo e restare comunque collegati a Castellammare. Le costruzioni del 1200 furono inglobate, il parco venne riammodernato e ingrandito, con viali, fontane e giochi d’acqua. Una vera e propria attrazione per i viaggiatori del Grand Tour, che proprio in quei decenni perfezionava i propri itinerari, senza mancare di condurre letterati e diplomatici provenienti da tutta Europa, nelle terre italiche, spesso pericolose eppure capaci di offrire gioielli inaspettati.
Forse solo la Reggia di Quisisana poteva essere la cornice di un’esposizione di ville d’otium romane: seguendo i dettami di Vitruvio, infatti, o di Columella, scrittori attivi tra I a.C. e I d.C., la costruzione di una villa doveva rispondere a criteri ben precisi: il luogo doveva essere “salubre tutto l’anno” (Varrone I, 4, 3), essere nelle vicinanze di “un corso d’acqua o una sorgente” (Varrone I, 11, 2), trovarsi su una collina o a mezza costa (Columella I, 4), infine “non essere lontana dal mare o da un fiume navigabile” (Varrone I, 16, 6). Dunque la villa dall’ottima posizione accoglie testimonianze delle ville ottimamente costruite, quelle in cui i senatori romani trovavano diletto e riposo e tempo per filosofeggiare.
In un viaggio alla scoperta del mondo dei gladiatori le ville d’otium sono i luoghi deputati al divertimento privato, che poteva coinvolgere anche combattimenti tra gladiatori, o gladiatrici come ci raccontano alcune fonti, tra cui Svetonio, il biografo degli imperatori. Proprio gli scontri tra questi combattenti di professione sono i più celebri soggetti di mosaici pavimentali a decorazione degli ambienti delle ville.
Nelle sale borboniche è di scena il lusso degli antichi romani e la loro ingegnosità per costruire abitazioni dal sicuro effetto scenografico. Il Museo Archeologico di Stabia è intitolato a Libero D’Orsi, entrato nella letteratura archeologica per il grande impegno nella ripresa degli scavi che già i Borboni avevano intrapreso nella zona del golfo, alla scoperta degli ozi romani.
Testo di Stefania Berutti, archeologa
Foto: La Reggia di Quisisana di Mentnafunangann via Wikipedia.org
La Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia è una delle tappe del viaggio archeologico “Campania: il mondo dei gladiatori” in programma dal 27 al 31 ottobre 2021 organizzato in collaborazione con Archeologia Viva.
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