fonte: Archeologia Viva, numero di gennaio/febbraio 2019, foto di Vittorio Russo
Tra i vari articoli riportati nel numero di gennaio/febbraio 2019 di Archeologia Viva, ce n’è uno che suscita il nostro interesse, quello di Roberta Petrilli che scrive della riapertura della Mastaba in Egitto.
Ci teniamo a riassumerlo per due motivi: il primo è perché la nostra agenzia viaggi è specializzata nei viaggi culturali in Egitto; il secondo è perché la tomba è stata visitata per la prima volta da un gruppo di italiani accompagnati dall’egittologo George Helmy e da Vittorio Russo, il capostipite dell’Agenzia Viaggi Rallo.
Scoperta nel 1940 dall’egittologo Zaki Saad, la tomba di Mehu a Saqqara è stata chiusa al pubblico per motivi di conservazione per ben 80 anni e, finalmente, nel settembre del 2018 al termine dei lavori di restauro fu riaperta al pubblico.
Nella Mastaba furono sepolti Mery Ra Anch, Hotep Ka e Mehu stesso che visse in uno dei periodi più floridi della storia dell’antico Egitto. Detentore del più alto ufficio amministrativo del Paese, quello di giudice supremo e visir, vide il susseguirsi di vari faraoni come Unas (V dinastia) e poi Teti, Userkara e Pepi I, sovrani della VI dinastia (2323 – 2150 a. C.).
La planimetria rettangolare con tre camere funerarie, le splendide pitture parietali e le iscrizioni eleganti e ben conservate rendono la tomba di Mehu una delle più belle tra quelle presenti nella necropoli, tanto da fare da esempio alla decorazione delle altre tombe presenti nella stessa area.
La decorazione della camera sepolcrale di Mehu fu realizzata da artisti abili e attenti ai dettagli, e lo si può affermare osservando i bassorilievi dipinti che riproducono scene di pesca con la rete, agricoltura, spostamenti in barca, fabbri al lavoro o danze acrobatiche.
Insomma, un vero e proprio spettacolo per gli occhi e per l’anima di chi visiterà l’Egitto.
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