Nella guida al Museo Archeologico pubblicata nel 1912, Luigi Adriano Milani, direttore del museo, presenta pieno di orgoglio l’allestimento dei resti romani di Firenze: seguendo un progetto complesso che vede riunite le testimonianze etrusche nelle sale del Museo Topografico, ognuna dedicata ai singoli centri della Dodecapoli, Milani dedica ai Florentini, gli abitanti di Florentia, il cortile interno del Palazzo della Crocetta, suddiviso in due ambienti collegati fra loro. Tale scelta ha non solo il pregio di contenere in un’area separata dal resto dell’esposizione i reperti relativi alla storia antica della città, ma anche il merito di restituire al visitatore un’idea estremamente precisa del contesto in cui i reperti sono venuti alla luce.
Non si tratta infatti di oggetti pregiati o vasi delicati, bensì delle strutture stesse degli edifici romani di Florentia: epigrafi, colonne, altari, porzione dell’impianto fognario, i basolati delle strade principali, con le tracce dei carri che per secoli li avevano percorsi, ma anche le suspensurae degli impianti termali di cui Florentia era ricca e pavimenti musivi corrispondenti ad alcune prestigiose abitazioni di età imperiale.
I visitatori potevano sperimentare la sensazione della storia che torna a farsi visibile in un ambiente urbano, ma protetti dalle mura del museo e resi edotti dall’apparato didattico, di cui la succitata guida è un esempio fulgido di abilità comunicativa.
Nel 2015 il museo ha completato i lavori di restauro e consolidamento che hanno permesso di riaprire al pubblico l’accesso al cortile, dopo alcuni anni di chiusura, ma questa sezione del museo archeologico resta poco nota, sacrificata dalla giusta celebrità dei capolavori di arte greca, etrusca ed egizia che attraggono il visitatore nelle sale interne del Palazzo della Crocetta.
I reperti del cortile, tuttavia, hanno il ruolo di custodi della memoria di Florentia: una colonia romana destinata a diventare il baluardo del pensiero e dell’arte rinascimentale. Nei pastiches ottocenteschi, dove le testimonianze antiche vengono composte in improbabili tempietti, dove le arule del tempio di Iside sono impilate in un gioco a incastro insieme ai frammenti delle iscrizioni, ritroviamo l’orgoglio fiorentino di ricordare al mondo le antiche origini, conservate gelosamente e tutte da scoprire, nel cuore più interno del palazzo che ospita il fiore delle collezioni medicee e lorenesi.
Testo di Stefania Berutti, archeologa
Foto: Corinto Corinti, cartolina con ricostruzione del foro romano di Florentia dal blog del Museo Archeologico Nazionale di Firenze
Per approfondimenti rimandiamo al blog del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
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