Confesso di essere partito per l’Albania con una certa titubanza e con scarse aspettative rispetto ad un Paese non molto presente nell’immaginario delle destinazioni turistiche sia personali, sia di amici e conoscenti. Ma, fortunatamente, ho seguito quell’istinto di curiosità che mi accompagna ogni volta che devo decidere un viaggio. Dico “fortunatamente” perché l’Albania è stata una vera e propria sorpresa per molti aspetti: storici, culturali, naturalistici ed anche enogastronomia, che non guasta mai.
Ma andiamo con ordine.
L’Albania non è un Paese molto esteso, eppure racchiude grandi bellezze, sia lungo la costa (dove ho scoperto che un gran numero di italiani decide ogni anno di passare le ferie estive a causa del buon livello dei servizi e dell’ottimo rapporto qualità/prezzo) affacciata sul bel Mare Adriatico con belle spiagge, dove la costa è bassa, e con scorci di una bellezza mozzafiato quando la strada in altura costeggia il mare che appare dall’alto di un azzurro molto intenso. Infatti, l’Albania, pur essendo affacciata sul mare praticamente per tutta la sua lunghezza, presenta un entroterra con alti rilievi e si può passare velocemente da situazioni “marine” ad ambienti “montani” con un avvicendarsi di immagini che non hanno mancato di procurarmi emozioni assai piacevoli e differenziate nel giro di poche ore.
Esistono poi luoghi che per la loro specificità meriterebbero da soli il viaggio. Penso, ad esempio, alla Sorgente dell’Occhio Blu, vicino al paesello di Mullina. Si tratta di una risorgiva carsica di grande portata e forza dove l’acqua è veramente di un colore blu che affascina e innamora.
L’acqua emerge con forza dalle profondità del terreno e si distende poi pigramente dando origine ad un corso d’acqua poco profondo e pacifico dove, su palafitte, hanno realizzate le sale da pranzo di piccoli ristoranti e locali. Un vero incanto!La strada per Mullina è la stessa che dalla bella città di Argirocastro porta a Saranda, passando per Butrinto. Non cito a caso questi nomi: Argirocastro (sito UNESCO dal 2005. Il suo nome significa “Castello Argentato” e ha visto passare Visigoti, Unni, Ostrogoti, Normanni, fino all’Impero Bizantino e oltre) sorprende per la sua disposizione lungo il pendio del monte.
Vi sono dei punti panoramici dove è possibile abbracciare con lo sguardo tutto il nucleo cittadino, il cui centro antico è un vero gioiello di strade lastricate e architetture storiche di grande effetto. Mi ha molto colpito anche la gentilezza di una negoziante che, senza insistere per vendermi le sue mercanzie, era orgogliosa di mostrarmi, all’interno del suo negozio, la presenza di un vero pozzo che la saggezza della sua famiglia e di chi ha ristrutturato l’immobile non ha voluto distruggere o cancellare.
Butrinto è un mondo archeologico. In poco spazio si percorre un insieme di resti archeologici e di ere storiche di cui è difficile trovare l’eguale in altri luoghi, spaziando da vestigia preromaniche a romaniche e fino a testimonianze della Serenissima Repubblica di Venezia.
Ma se Butrinto colpisce per la varietà, il sito archeologico d’eccellenza rimane Apollonia dove, ancora una volta, possiamo ritrovare la grandezza dell’impronta romana che ha lasciato importanti testimonianze della sua presenza. Da non perdere! Inoltre, lì vicino c’è anche una chiesetta bizantina del 14° secolo, davvero deliziosa.
Un discorso a parte meriterebbero i musei archeologici ed etnografici, che raccontano molta storia vicina anche alla storia italiana. Grande interesse mi ha infatti suscitato la popolazione degli Illiri, arrivati poi in Italia (Puglia per la precisione) dove hanno preso il nome di Dauni, Peucezi e Messapi. Straordinaria è poi la presenza, in Albania, dell’antica via romana Egnatia che congiungeva Durazzo a Costantinopoli, ma collegata via mare alla nostra antica città di Egnazia, provincia di Brindisi, da dove, con la via Traiana, si giungeva sino a Roma.
Approfittando della vicinanza, abbiamo fatto una deviazione di un paio di giorni in Macedonia.
Una natura forte e indomita che si addolcisce all’arrivo al Lago di Ohrid in una dimensione di serenità dell’anima che i laghi sanno offrire più delle acque del mare sempre in movimento.
Qui abbiamo scoperto le cosiddette “Perle di Ohrid”, un particolare tipo di lavorazione -anzi assolutamente singolare!- da cui nascono perle che nulla hanno da invidiare per lucentezza, luminosità e bellezza alle perle di mare.
La Macedonia nasconde però anche altre perle, come il sito archeologico di Heraclea Lyncestis (IV secolo a.C.) con alcuni mosaici pavimentali di eccezionale bellezza e grandezza. Forse la sovrintendenza locale dovrebbe pensare ad un qualche tipo di protezione dagli agenti atmosferici perché attualmente sono completamente esposti e non vorrei corressero il rischio di andare perduti. Perciò sono contento di avere fatto in tempo ad ammirarli.
Concludo con alcune note enogastronomiche e di colore.
In Albania abbiamo sempre mangiato bene. Buon pesce vicino al mare, ottime carni altrove, e frutta e verdura squisite. Sempre. Ho assaggiato la birra locale trovandola buona e devo dire che anche i vini sono gradevoli e schietti.
Non solo: ricordo che in un ampio agriturismo in mezzo al verde, siccome si andava verso l’estate, avevano avuto l’accortezza di collocare un diffusore di acqua micronizzata che a intervalli ci donava una ventata di freschezza e di sollievo dal caldo. Una attenta gentilezza che non avrei mai immaginato.
La popolazione è gentile e simpatica. Hanno solo un rapporto curioso con l’uso dell’auto: se decidono che è l’ora di un caffè fermano l’auto, lasciandola quasi in mezzo alla strada senza accostare, e se ne vanno al bar. E’ un’usanza comune, pertanto nessuno protesta e nessuno litiga. Evidentemente hanno coltivato un aspetto filosofico che aiuta ad affrontare le avversità della vita, piccole o grandi che siano. E magari c’è da imparare.
Credit: A.F.
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